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Gazzetta – Dusan Mihajlovic: “Per me non era solo papà, ma un supereroe. E’ un onore somigliargli”

Redazione TuttoBolognaWeb

Dusan ricorda il luglio 2019, dei momenti difficili. Loro in vacanza in Sardegna, mentre Sinisa era a Bologna e sarebbe dovuto partire per il ritiro. Fu in quel momento che chiamò Arianna e le disse che aveva la leucemia. Al tempo Dusan aveva 17 anni, ma non tardò a comprendere la situazione:

"Sapevo che era grave, ma conoscendolo non ho mai immaginato che potesse privarmi di lui. Per me era invincibile, invulnerabile. Dopo il primo trapianto si era ripreso alla grande. A Bologna si svegliava alle sei di mattina, andava a correre per 11 chilometri, allenava la squadra e poi faceva palestra. Era attento all'alimentazione. Sembrava un robot", poi continua "Neanche nel caso della recidiva ho pensato che non ce l'avrebbe fatta. Papà ti trasmetteva una forza assurda. Una settimana prima di morire, anche se stanco e provato, andava a camminare per chilometri. E se vedendolo affaticato gli porgevo il braccio o volevo dargli aiuto, mi diceva: no, spostati, faccio da solo. Anche nei momenti di maggiore difficoltà, non l'ho mai visto fragile" e conclude "Una sola cosa durante la malattia era cambiata: si era aperto ai sentimenti, la corazza che aveva portato sempre era caduta e aveva lasciato esprimere quello che è sempre stato, un uomo buonissimo"

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