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Carlino – Il figlio di Mihajlovic: “Faccio l’allenatore come lui, è un modo per sentirlo vicino”

Redazione TuttoBolognaWeb

Sinisa era solito fare lunghe passeggiate anche negli ultimi istanti della sua vita, nonostante la leucemia:

"Ci abbiamo provato, ma era impossibile convincerlo: lui voleva continuare. Il calcio era la sua vita: se non andava in campo, non era contento, era anche un modo per staccare la testa. Pensi che una settimana prima di morire, abbiamo fatto dieci chilometri di camminata, io e lui, sotto la pioggia. È iniziato a diluviare, ma lui niente. Ha detto: aspettiamo finisca e ripartiamo. Era magrissimo, tutti al posto suo sarebbero rimasti a letto. Lui, no, era un leone in gabbia. Era un testardo, ma nel modo giusto. Camminava quasi tutti i giorni. Eravamo pronti alla cosa, ma puoi essere preparato quanto vuoi: quando arriva il momento, è dura. Ci scrivevano e ci chiamavano tutti, mentre magari in quel momento tu vorresti sparire. Ma ringrazio i tifosi e chi ci è stato vicino, come Deki (Dejan Stankovic, ndr): lui e papà erano fratelli, per noi è uno zio, c'è sempre stato e sempre ci sarà. Così come Ibra è stato molto carino con noi".

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