Il rendimento di Riccardo Calafiori come difensore centrale risulta ormai impressionante, sia per la rinascita che sta avendo dopo che era stato scartato dalla Roma a seguito delle sue prime difficoltà prestazionali di rientro dal terribile infortunio al ginocchio sinistro dell'ottobre 2018, sia perché alle origini lui sarebbe un terzino sinistro, e non un centrale difensivo. E se è vero che qualche avvisaglia di questa evoluzione tattica di Calafiori si era già intravvista con la maglia del Basilea nella passata stagione (seppur con la difesa a 3), è altrettanto vero che la personalità che ha mostrato finora è sembrata veramente straripante. Ha sicuramente beneficiato di un sistema di gioco che gli permette di giocare prevalentemente nell'anticipo e di sfruttare al meglio la sua fisicità, anziché invece ritrovarsi a difendere basso con compiti di marcatura (ancora non nelle sue corde, com'era preventivabile), ma risulta ugualmente notevole la sua crescita a livello tattico e in termini di personalità, al netto di qualche eccesso della sua esuberanza giovanile che potrà essere smussato nel tempo. Tanti sono i meriti da attribuire a Thiago Motta, che ha saputo metterci una pezza di fronte all'infortunio di Lucumì contro il Napoli e che è anche riuscito a metterlo in fiducia in un ruolo così delicato come quello del difensore centrale di sinistra.
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