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Bologna-Pescara, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 30 marzo 1980 Bologna e Pescara pareggiarono 0-0 alla venticinquesima giornata del Campionato di Serie A, che in quell'annata sarebbe stato travolto dal tremendo scandalo del “Totonero”: diversi club della massima serie nazionale e del campionato cadetto furono coinvolti, lo scandalo partì da un esposto presentato da un commerciante di ortofrutta all'ingrosso che sostenne di essere stato truffato (per centinaia di milioni di lire) sull'esito di alcune partite “combinate”.

 Alcuni giocatori coinvolti nello scandalo Toto Nero

Decine e decine di tesserati furono arrestati, vi furono denunce e udienze, le quali portarono a condannare Milan e Lazio con la retrocessione in B, nonché alla penalizzazione di Avellino, Bologna e Perugia (di 5 punti per tutte) e l'assoluzione di Juventus e Pescara.

Furono squalificati diversi giocatori tra cui l'ex portiere della Nazionale Enrico Albertosi (Milan), gli attaccanti Bruno Giordano (Lazio), Giuseppe Savoldi (Bologna), Paolo Rossi (Perugia), Stefano Chiodi (Milan) ed il difensore Lionello Manfredonia (Lazio).

Lo scandalo accadde a pochi mesi dall'inizio dell'Europeo di quell'anno, che doveva svolgersi proprio in Italia: esattamente dodici anni dopo la prima edizione casalinga (vinta dagli azzurri), la massima manifestazione continentale tornava nel “Belpaese”. L'unica differenza organizzativa è che le città scelte erano quattro e non tre: Milano e Torino si aggiunsero alle già toccate Roma e Napoli, sostituendo Firenze. Le squadre qualificate erano sette: la Cecoslovacchia campione europea in carica, l'Inghilterra, il Belgio, la Spagna, l'Olanda, la Germania Ovest e l'esordiente Grecia. Proprio nel girone degli ellenici era avvenuta una cosa insolita e cioè l'eliminazione della più quotata Unione Sovietica, altre escluse eccellenti erano la Francia, la Polonia e la Jugoslavia.

Il calcio d'avvio fu dato l'11 giugno 1980 con la gara Cecoslovacchia-Germania Ovest del gruppo A, che rappresentava una sorta di rivincita per la finale di quattro anni prima a Belgrado, vinta dai primi ai rigori (con il “cucchiaio” di Antonin Panenka, al tiro decisivo dopo l'errore di Hoeness, che calciò alto sopra la traversa). I teutonici si aggiudicarono l'incontro grazie ad un gol del favoloso attaccante Karl Heinz Rummenigge nel secondo tempo, vincendo anche poi la seconda partita contro l'Olanda (14 giugno), oramai una “classica” del calcio europeo: il risultato finale fu 3-2 e tutte e tre le reti tedesche furono segnate da Klaus Allofs, ottimo giocatore del Fortuna Düsseldorf.

Pareggiando poi 0-0 con la “new entry” Grecia (17 giugno), peraltro già eliminata in quanto sconfitta sia da Olanda (0-1) che Cecoslovacchia (1-3), ottennero il diritto di disputare la finalissima, in programma a Roma.

Nel gruppo B, invece, c'erano l'Italia, il Belgio, la Spagna e l'Inghilterra: gli azzurri di Bearzot esordirono pareggiando 0-0 con la Spagna (12 giugno), mentre batterono successivamente l'Inghilterra (1-0, gol di Tardelli, 15 giugno) e terminarono con un altro 0-0 la gara contro il Belgio (18 giugno), che avrebbe stupito nuovamente le platee continentali. I “diavoli rossi”, infatti, avevano conquistato nel 1972 il terzo posto nella manifestazione da loro organizzata battendo 2-1 l'Ungheria; fino a quel momento non si erano mai qualificati alla fase finale di un Europeo e, per altri otto anni, rimasero nell'anonimato. Arrivati a pari punti con l'Italia, andarono a contendere il trofeo alla Germania Ovest grazie alla differenza reti, avendo battuto 2-1 le “furie rosse” spagnole (15 giugno) e pareggiato 1-1 con l'Inghilterra (12 giugno).

Il 21 giugno 1980 italiani e cecoslovacchi pareggiarono 1-1 e, terminati i supplementari senza che fosse cambiato il risultato, andarono ai rigori: dopo un'estenuante sequenza di ben diciotto tiri dal dischetto e l'errore fatale di Collovati, fu Barmoš a suggellare la vittoria della sua squadra al “San Paolo” di Napoli, lo stesso stadio che aveva visto l'Italia eliminare in semifinale l'U.R.S.S. nel 1968 per andare a vincere il suo primo europeo a Roma.

Ma era destino che nella Capitale dovessero affrontarsi Germania Ovest e Belgio (22 giugno 1980), con l'attaccante Horst Hrubesch mattatore del match con la sua doppietta che sancì il definitivo trionfo teutonico.

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