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Bologna-Atalanta, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

 

Il 4 ottobre 1961, giorno di San Petronio, Bologna e Atalanta pareggiarono 0-0 all'ottava giornata e quella stagione, la 1961-1962, va ricordata per la conquista, da parte dei rossoblù, della terza Coppa Mitropa.

La competizione partì il 4 giugno 1961, con i ragazzi allenati da Fulvio Bernardini inseriti nel gruppo 1, vittoriosi sugli allora cecoslovacchi dello Sparta Praga (3-1 in trasferta) e sugli austriaci dell'Austria Vienna per 2-1 al Comunale; con i connazionali della Sampdoria finì 1-1 all'esordio, il primo posto con relativa qualificazione fu assicurato. Nel novembre del '61 ci furono le semifinali, a duplice incontro: il Bologna affrontò ancora una squadra della ex Cecoslovacchia, l'SK Kladno, vincendo all'andata fuori casa per 2-1 e al ritorno tra le mura amiche per 1-0. La doppia finale vide come avversario il Football Club Nitra: all'andata, disputata il 14 marzo 1962 nella città slovacca, finì 2-2 con Nielsen e Perani che risposero a Bachraty e Hrncar; il ritorno a Bologna, 4 aprile, terminò con un perentorio 3-0 dei padroni di casa suggellato da Demarco, Pascutti e Nielsen.

Anche il campionato non fu affatto male, con il quarto posto finale e giocatori in rosa del calibro di Luìs Vinicio, punta brasiliana che veniva da uno splendido quinquennio a Napoli (1955-1960), dove aveva segnato 69 reti in 152 gare; dopodichè c'erano gli indimenticati (e indimenticabili) Ezio Pascutti, che con 14 anni di fedele militanza nel club emiliano (1955-1969) mise assieme 296 presenze e 130 reti; con lui anche Harald "dondolo" Nielsen, centravanti dal gran fiuto del gol, tant'è vero che ne segnerà 81 in 157 gare dal 1961 al 1967, e l'uruguaiano Hector Demarco.

Giocavano con loro anche Marino Perani, che stette sotto le Due Torri per 15 stagioni, con 321 presenze e 64 reti, Romano Fogli (dal 1958 al 1968, 285 gare e 6 reti), Mirko Pavinato (capitano, 264 volte in campo dal 1956 al 1966) e Francesco Janich (11 stagioni dal 1961 al 1972 e sceso in campo 294 volte). Grazie alla saggezza di Fulvio "Fuffo" Bernardini e alla sapiente dirigenza di Renato Dall'Ara, si stava costruendo la squadra del "così si gioca in Paradiso", che avrebbe trovato la propria consacrazione con lo Scudetto del 1964.

L'Atalanta, dal canto suo, si dimostrò una bella realtà della massima serie, arrivando sesta grazie ad elementi come il grande attaccante Angelo Domenghini, campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e Vicecampione del Mondo nel 1970; a seguire gli oriundi, l'argentino Humberto Maschio, che aveva giocato anche nel Bologna dal 1957 al 1959 ed il brasiliano Dino Da Costa. E' doveroso ricordare anche Luciano Magistrelli, ottimo giocatore a supporto del reparto offensivo.

Lo Scudetto lo vinse il Milan, forte di giocatori dalla fama internazionale come Alcides Ghiggia, colui che "zittì" il Maracanà nella finalissima mondiale del 1950, facendo vincere al suo paese, l'Uruguay, la Coppa del Mondo contro ogni aspettativa. C'erano  anche il grande Josè Altafini, indimenticato asso brasiliano di origini italiane, campione del mondo nel 1958, che regalò alla Serie A prodezze indimenticabili anche con le maglie di Juventus e Napoli; un Gino Pivatelli che a Bologna nessuno dimentica per il suo periodo sotto le Due Torri (1953-1960) con 196 presenze e 105 reti e che andò a Milano sul finire della carriera, insieme alla prolifica punta Paolo Barison, che nella massima serie nazionale vestì tante casacche, regalando sempre giocate di grande classe.

Altri giocatori assolutamente da menzionare sono Cesare Maldini, bandiera rossonera che diede inizio ad una dinastia (il figlio Paolo ed i nipoti, tutti nelle giovanili del Milan), che fu capitano di quella squadra che l'anno successivo avrebbe vinto la prima Coppa dei Campioni nella storia del calcio italiano e regalato grandi soddisfazioni anche come allenatore della nazionale Under 21, con tre ori consecutivi agli Europei di categoria. Assieme a lui anche Giovanni Trapattoni, passato alla storia, come calciatore, come l'unico difensore capace di fermare l'immenso Pelè nell'amichevole disputata contro il Brasile campione mondiale in carica il 12 maggio del 1963 a Milano e vinta per 3-0 dagli azzurri, nonchè Luigi Radice, che allenò anche il Bologna.

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