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Bologna-Atalanta, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 3 novembre del 1940, alla quinta giornata, il Bologna battè l'Atalanta neo-promossa per 1-0 con un gol del grande Amedeo Biavati ad un minuto dal termine della prima frazione di gioco.

Quel campionato, targato 1940-1941, vide i rossoblù appuntarsi il sesto scudetto sulla casacca grazie alle prodezze dell'attaccante italo-uruguaiano Hector Puricelli, che in quella stagione andò segno ben 28 volte, 22 in Serie A (laureandosi capocannoniere) e 6 in Coppa Italia. Dal 1938 al 1944 entrò in campo 139 volte, segnando la bellezza di 86 reti, un bottino da grande campione quale era.

Il cammino di quel Bologna fu costellato da esaltanti partite come il 5-0 sull'Ambrosiana-Inter il 30 marzo 1941 (doppiette di Reguzzoni e Biavati con marcatura di Puricelli), il 5-1 rifilato al Bari l'8 dicembre 1940 (doppiette di Andreoli e Puricelli, segnatura di Reguzzoni) ed il 4-1 sul Genova 1893 il 16 febbraio 1941 (doppietta di Puricelli con reti di Sansone e Reguzzoni). Oltre a Puricelli, dobbiamo doverosamente ricordare il grande terzino Mario Pagotto, che in 12 anni di militanza petroniana mise assieme ben 212 presenze diventando un'autentica bandiera del club emiliano. Il centrocampista Piero Andreoli fu un altro grande elemento di quella squadra, che militò in rossoblù dal 1938 al 1942, conquistando il quinto ed il sesto scudetto.

L'Atalanta, tornata in Serie A per la seconda volta nella sua storia, centrò un buonissimo sesto posto finale con gregari del calibro di Giovanni Gaddoni, attaccante che segnò 40 reti in 76 incontri con la casacca nerazzurra dal 1939 al 1942. A seguire il centrocampista Paolo Tabanelli, che una volta appesi al chiodo gli scarponi bullonati, divenne allenatore, il primo e finora unico ad aver vinto il derby di Genova su entrambe le panchine; il difensore Luigi Mamoli, bergamasco doc, cresciuto nelle giovanili nerazzurre per essere poi lanciato in prima squadra dopo due brevi parentesi nell'Ardens, squadra locale, poi nel Lecco. Sarà costretto a ritirarsi anzitempo a causa di problemi fisici causati dalla partecipazione, sul fronte greco, al secondo conflitto mondiale.

Ultimo, ma più celebre di tutti, Edmondo Fabbri, detto "Mondino", allenatore da tutti ricordato per la terribile sconfitta con la Corea del Nord nel mondiale inglese del 1966 e che invece si tolse delle soddisfazioni proprio a Bologna, come la Coppa Italia del 1970, bissando così il successo del 1968 con il Torino, e la Coppa di Lega Italo-Inglese, anch'essa nel '70.

Un'ultima nota positiva di quella lontana annata fu la vittoria, proprio nel trofeo nazionale, del Venezia: la squadra della città di San Marco, gloriosa repubblica marinara, disputò un campionato non certo brillante, raggiungendo il dodicesimo posto. In compenso, però, conquistò la sua prima Coppa Italia, con un cammino veramente entusiasmante: ai sedicesimi di finale eliminarono con un perentorio 3-0 la Ternana, che all'epoca si chiamava Polispostiva Fascista Mario Umberto Borzacchini, detta semplicemente Borzacchini Terni, un campione di automobilismo locale. Agli ottavi di finale battè in goleada l'Udinese 5-0 e ai quarti eliminò proprio il Bologna con un rocambolesco 4-3 in terra felsinea: andati in svantaggio per 1-3 con le reti di Loik II, Albertico e Pernigo, rintuzzate da un gol di Puricelli, i rossoblù reagirono e trovarono il pari grazie ancora a Puricelli e all'attaccante friulano Mario Sdraulig; ma cinque minuti dopo il pareggio, al 75', un'altra segnatura della punta Francesco Pernigo fece pendere l'ago della bilancia a favore dei veneti.

In semifinale il passaggio fu più agevole, con il secco 3-1 rifilato alla Lazio, mentre nella duplice finale i lagunari affrontarono gli altri romani, quelli della sponda giallorossa: il 9 giugno 1941, allo Stadio Nazionale, finì 3-3 con le marcature di Mazzola, Diotalevi ed Alberti a replicare alla tripletta di Amadeo Amadei, tutt'ora il più giovane esordiente in Serie A a 15 anni, 9 mesi e 6 giorni. Il ritorno, disputato nel capoluogo veneto, vide l'affermazione dei padroni di casa grazie al gol di Loik II.

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