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Analisi tattica: il Cagliari di Lopez

Redazione TuttoBolognaWeb

Analizzando la partita con l'Inter, ultima gara di campionato giocata dal Cagliari, è evidente la struttura tattica del Cagliari targato Diego Lopez: tanta corsa, dinamismo, intensità, pressing sul portatore di palla e gioco in ampiezza.

Questi sono i diktat che l'allenatore uruguaiano sta cercando di inculcare nei suoi giocatori. I sardi, infatti, giocano un calcio molto intenso, con continui raddoppi sul portatore di palla per costringerlo all'errore, oppure, a giocare in ampiezza sulle fasce. Anche i due attaccanti, in questo caso PavolettiJoao Pedro partecipano attivamente alla fase, effettuando il primo pressing. A livello tattico, in fase di transizione negativa (non possesso palla), la squadra si posiziona in campo con un 5-3-2, difatti i due esterni di centrocampo si abbassano sulla linea dei difensori per dare maggiore aiuto.

Analizziamo alcune situazioni:

  • In questa situazione notiamo l'intenzione del Cagliari di fare grande densità in zona palla, con ben 6 uomini che partecipano alla fase. Cigarini, mediano davanti alla difesa e metronomo della squadra, si alza molto per accompagnare l'uscita di Barella sul portatore di palla. I due attaccanti danno una mano in quanto coprono l'eventuale appoggio ai difensori, Faragò, infine, copre la verticale. L'Inter in questa situazione si trova in difficolta ad uscire.
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    2. Nell'immagine seguente notiamo il grande pressing che chiede Diego Lopez ai suoi ragazzi: ben 3 giocatori sul portatore di palla, con la partecipazione dei due attaccanti (n. 1 JoaoPedro; n. 3 Pavoletti) e di una delle due mezzali, in questo caso Ionita, giocatore fondamentale per l'idea tattica di gioco del tecnico uruguaiano. Ionita, infatti, è un giocatore molto importante tatticamente, che interpreta molto bene le due fasi di gioco, ha tanta corsa, resistenza e aggressività.

     

    3. Un altro delle richieste tattiche di Diego Lopez è di fare densità in mezza al campo, restando corti più possibile verso il centro del campo, per costringere gli avversari a giocare sulle fasce. Nell'immagine abbiamo ancora una volta la prova della grande partecipazione alla fase delle due punte, che stanno sempre molto vicine e danno il primo pressing al portatore di palla centrale. I tre centrocampisti (n.1 Ionita; n.2 Cigarini; n.3 Barella) stanno molto corti e vicini tra di loro, per evitare che l'avversario abbia la possibilità di verticalizzare dietro la linea dei centrocampisti. Di conseguenza, il portatore di palla, in questo caso Gagliardini, è costretto a giocare in ampiezza. Squadra molto alta e ancora almeno 5 uomini che partecipano attivamente alla fase.

     

    4. Le difficoltà di questo sistema di gioco, però, sono evidenti: in primis non è pensabile che una squadra possa tenere un ritmo alto, fatto di raddoppi continui e pressing asfissiante, per tutti i 90 minuti. Appena la squadra cala un po' fisicamente sorgono i primi problemi: in questa situazione Ionita è pigro perché dovrebbe aver scalato più velocemente su Vecino, per consentire a Cigarini di uscire sul portatore di palla, (Borja Valero) diminuendo lo spazio di gioco dei nerazzurri, e per far scalare anche Barella alle sue spalle. Quest'ultimo è in ritardo e Faragò, preoccupato dall'avversario scivola, per togliergli profondità. Tutto questo porta grande spazio al portatore di palla avversario che ha tempo e campo per giocare il pallone.

    Inoltre, il tentativo costante di far giocare gli avversari sulle fasce non porta ad ottimi risultati: specialmente l'Inter, che vanta due esterni offensivi molto veloci, abili tecnicamente e bravi nell'attaccare il fondo, può sfruttare l'1 vs 1 contro Padoin e Faragò. Quest'ultimi in marcatura vanno in grande difficoltà, specialmente quando si trovano di fronte giocatori veloci, e di conseguenza concedono la possibilità di fare cross pericolosi dalle fasce che possono essere decisivi ai fini del risultato.

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