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Benché questo 3-3 risulti pesante da digerire per una squadra che stava riuscendo a sfatare un tabù storico, deve rimanere attivo l'entusiasmo gigantesco rappresentato dal ritorno in Champions League dopo 60 anni d'astinenza. Nonostante la delusione cocente rappresentata dalla sfumata vittoria contro la nemica Juventus, il Bologna non ha di che rimproverarsi a tal punto da distogliere l'attenzione su quella che è stata la stagione straordinaria che sta per concludersi. La qualificazione in Champions League (enormemente impronosticabile ad inizio 2023-2024) è arrivata infatti con due giornate di anticipo, restituendo alla piazza rossoblù una competizione alla quale non prende parte dal lontano 1964, ovvero da quando il Bologna ebbe il diritto alla partecipazione a seguito del trionfo storico contro la Grande Inter per la conquista del settimo ed ultimo scudetto della sua storia. A prescindere dalla beffa finale della serata di ieri, è rimasto l'enorme orgoglio da parte di una città intera in occasione dell'imminente ritorno alla partecipazione alla massima competizione europea. In una serata piena zeppa di gioia, commozione, serenità e grande senso di collettività, risulta ingeneroso continuare a piangere sul latte versato, per quanto possa risultare più facile a dirsi che a farsi di fronte ad uno risultato mancato che avrebbe potuto riscrivere la storia del Club rossoblù

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