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Il Bologna rischia di ripartire senza quattro titolari, ora via alla campagna di rafforzamento

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Non è ancora ora di scatenare il panico, ci mancherebbe, ma ovviamente la prossima stagione si presenta come una delle più delicate della storia recente. Da un lato c'è la gioia della Champions League, dall'altro le incognite di un mercato che vede i giocatori più forti attratti dal salto di qualità, andando a ledere quel concetto di Bologna europeo che avrebbe dovuto convincere tutti a restare. Oppure, come scritto sopra, era la presenza di Motta a tenere unito il ciclo tecnico concluso con il quinto posto? Se così fosse sarebbe naturale avviare una mezza rivoluzione, a patto che si concluda con rinforzi forti, di qualità e utili alla Champions. Non si potranno prendere gli Mbappè e i De Bruyne, ma di certo le due colonne portanti della squadra dovranno essere di valore adeguato a ciò che sarà chiamato a fare il Bologna. Perché nella vita si può sbagliare quasi tutto ma non la scelta del centravanti, dice spesso un noto diesse (Pantaleo Corvino). Ecco, il Bologna non dovrà sbagliarlo e in più, forse, dovrà aggiungerci anche il difensore centrale, senza dimenticare il sostituto/vice di Ferguson, altro titolarissimo. Ci si aspetta, inoltre, almeno un mediano di valore e anche un esterno di attacco vista l'uscita di Saelemakers (ci sono Karlsson, Ndoye e Orsolini ma ne servirà un quarto). Sarà una stagione complicata, con la necessità di consolidarsi in zona europea, sapendo che ripetersi diventerà oltre modo difficile e che una permanenza nelle coppe, anche in Conference, rappresenterebbe un buon risultato. Archiviato giugno, archiviato l'Europeo, è davvero tempo di intervenire in entrata. La certezza? Giovanni Sartori.


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