lo spunto

Un’attesa lunga vent’anni: Bologna è europea

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Il Bologna di Motta ormai non sorprende più, anzi è una costante. Durerà? Non è questa la domanda giusta di oggi, perché con una sequenza come questa c'è solo da gòdere, senza farsi distrarre dai piani alti, senza soffrire di vertigini. L'umiltà della squadra è il valore aggiunto, cioè la predisposizione al lavoro ma con la giusta consapevolezza dei propri mezzi, l'autostima che non sfocia mai in presunzione e una compattezza di spogliatoio che sopporta, e bene, la concorrenza interna. Gioca chi merita e non c'è malumore in chi resta fuori. Da questa base si può raggiungere qualsiasi risultato. Le difficoltà aumenteranno, arriveranno momenti meno floridi, ma questo Bologna non si batte mai da solo e rappresenta un enigma inestricabile per molte, tutte chiamate a soffrire oltremodo per conquistare punti (big comprese). Il lavoro dentro e fuori dal campo è stato fin qui egregio e si spera possa continuare su questo solco, perché Bologna, quando coinvolta, dà il meglio di sé e difficilmente molla la presa. Il canto incessante di un Dall'Ara caldo è la miglior risposta a chi diceva che da queste parti sarebbe stato impossibile fare qualcosa di più e meglio. Si può, eccome se si può.

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