lo spunto

Come gli arbitri di Wrestling, ma senza quattro titolari è dura

Manuel Minguzzi

Non a caso, il Bologna è uscito tra gli applausi del Dall'Ara, per impegno e volontà, pur non avendo avuto la qualità sufficiente per scardinare l'attento muro allestito da Palladino, che di solito viene definito giochista, ma stavolta, con una partita così importante e la possibilità di giocarla con le assenze altrui, ha preferito impostarla con difesa e ripartenza buttando su palloni per Petagna. La tattica ha premiato, soprattutto in occasionale gol, ma di sicuro i brianzoli non hanno strappato gli occhi per gioco e fluidità. Hanno vinto sfruttando l'episodio, dopo hanno fatto semplicemente ciò che il calcio non riesce a sradicare ma a cui tutti fanno affidamento: perdere tempo. Ovviamente, il merito di non aver mai perso in otto partite del 2023 va riconosciuto e il punteggio in classifica lo spiega bene. Al Bologna, e ai ventimila del Dall'Ara, resta il rammarico per un pomeriggio che poteva essere diverso ma si è rivelato un po' quello di sempre, cioè da zero gioie quando si presenta l'occasione della vita. E stavolta era per il settimo posto che quasi mai si è visto da queste parti negli ultimi 10 o 15 anni. Poteva essere festa invece è stata rabbia. Peccato. Se si vuol guardarla dal lato positivo, il divario dal settimo posto rimane sempre lo stesso, mentre il lato negativo, oltre all'assenza di Zirkzee, ci porta anche a quella di Arnautovic che, ammonito, salterà Samp-Bologna. Insomma, tutto quello che poteva andare storto è andato storto.