lo spunto

Varisti anonimi. Così stanno uccidendo il Var

Braccio largo, posizione innaturale, regolamento interpretato a corrente alternata: alcuni rigori sì e altri no, poi i moviolisti fanno più danni della grandine. Stanno uccidendo il Var
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
Varisti anonimi. Così stanno uccidendo il Var- immagine 1

Vi ricordate quando, all’introduzione del Var, i critici sentenziarono ‘snaturerà lo spirito del gioco’? Be’, duole dirlo, ma avevano ragione. Resto fortemente favorevole all’uso della tecnologia, ma sono fermamente contrario alla sua attuale applicazione e alla continua interpretazione del regolamento vigente. Snaturato, perché con i falli di mano non si capisce più nulla e i difensori sono obbligati a fare i pinguini, o peggio gli umarells. Il povero Vogliacco, con le mani dietro la schiena, si è fatto autogol. Il risultato è che non si può più saltare in area e si sta entrando nel campo della punibilità per ogni tocco di mano, compresi quelli in cui non si può far nulla per evitarli. Non importa nemmeno più essere a pochi centimetri di distanza, Lucumi con la Roma o Darmian con la Fiorentina, oppure essere in volo (Kone col Bologna), o in caduta (ricordiamo Luperto allo Stadium): rigore! Poi, magicamente, gli anfratti del regolamento consentono una assoluzione e una scappatoia verso qualche penalty non concesso, pure quelli solari, parole alla mano, ma non per l’AIA.