lo spunto

Quarantuno partite da Europa: l’utopia lascia spazio alla realtà

Un anno solare a medie europee: la parola Europa finalmente si può pronunciare
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

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La parola Europa a Bologna provoca sempre reazioni di pancia. Un po' perché il Bologna non ha mai dato l'impressione di avere la capacità di arrivarci e un po' perché viene spesso considerata foriera di sfortune appena la si nomina. Senza dimenticare coloro che la considerano irraggiungibile a prescindere, criticando ovviamente chi la pronuncia. Oggi, però, il Bologna di Thiago Motta sta dimostrando con i fatti la veridicità e l'esistenza della realtà che ha preso il posto dell'utopia. Lo dicono i numeri, che nel calcio non sempre sono fedeli alla rappresentazione ma in alcuni casi spiegano bene ciò che c'è davanti. Di dati ne portiamo uno solo, da sempre il più significativo: i punti in classifica. Da quando c'è Thiago Motta il Bologna viaggia a medie europee e ormai non si tratta più di sensazioni, boutade giornalistiche, sogni reconditi, ma di solide realtà per citare una vecchia pubblicità. Nelle ultime trenta partite del campionato scorso il Bologna ha ottenuto il sesto miglior punteggio, ovvero Europa League, con 48 punti conquistati, dietro solo a Napoli con 70, Inter 60, Juve 59, Lazio 57 e Milan 53, ma davanti a Fiorentina e Roma con 47 e Atalanta con 45. E si dirà, si ma trenta partite non sono un campionato intero. Vero, e allora mettiamocene di più, cioè le undici di questa stagione che ora vedono il Bologna sesto a quota 18. Sono quarantuno partite che il Bologna viaggia nei dintorni dell'Europa League, quindi ben più di un girone di andata fatto bene, cosa spesso capitata in città salvo poi calare vistosamente, e qualcosa di molto di più della scintilla innescata da un nuovo tecnico e da un nuovo progetto.

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