Orsolandia. Vittoria più di cuore che di gioco. E bravo Vieira…

Avevamo debuttato con Calcio d'Inizio, il giornalino dello stadio, con il titolo Orsolandia e a un certo punto sembrava quasi avessimo portato sfiga. Il numero sette aveva sparato a salve, oppure direttamente in fallo laterale, come quasi mai gli avevamo visto fare. Invece, sono bastati cinque minuti: prima la traversa, poi la freddezza sul rigore assegnato al 99' suonato. Non era facile sbatterla dentro, con quella pressione, con la certezza che da quel tiro sarebbero arrivati tre punti oppure uno solo. Una sorta di tutto o (quasi) niente. E allora sì, è sempre Orsolandia, perché la produzione offensiva dice tre gol in quattro partite di cui due del numero 7. Il capocannoniere si conferma leader e perno dell'attacco, anche se, con una sostituzione in più, forse Italiano lo avrebbe tolto. Ma è il calcio e a volte si basa sugli episodi e un problema fisico, Heggem, ti consiglia di tenere un attaccante fin lì fuori fase: taac, vinci la partita.