lo spunto

Non c’è del marcio in Danimarca. Odgaard gonfia la rete, Dominguez incanta: Bologna sogna di nuovo

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

E così, mentre Motta ha vissuto molto peggio la sfida contro la sua ex squadra, Italiano è riuscito a rimanere lucido, a non farsi trascinare dal gorgo delle emozioni e ha gestito prima Lisbona, sapientemente, poi la viola, con astuzia, sapendo in quali zone attaccare e in quali era meglio non scoprirsi. Maggiori difficoltà nel primo tempo, ma l'ingresso di Ferguson ha reso la manovra più fluida e così si sono aperti spazi laddove all'inizio non c'erano. Poi, quando si accende il Dall'Ara, tutto diventa più facile. Era il teatro perfetto, quello di oggi, per esaltare non solo un danese ma anche un argentino, che corrisponde al nome di Benja Dominguez. Un secondo tempo stellare, con stop volanti, piroette e soprattutto la rifinitura sul gol, che vale come la rete stessa. Se Gosens pensava di essersi tolto il pericolo stendendo Ndoye si è invece ritrovato un incubo peggiore. Come nei film, quando si crede che il cattivo di turno non ci sia più ma poi sbuca alle spalle. La sensazione, fin da subito, è che Sartori e Di Vaio abbiano pescato una pepita d'oro.

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