lo spunto

Manca il centesimo per fare l’euro

Manuel Minguzzi

Insomma, voltandoci indietro in questi sei anni, al Bologna è sempre mancato il centesimo per fare l’euro. Ma se nei primi quattro anni qualcosa è andato storto in termini di investimenti, negli ultimi due i giocatori di talento sono stati acquistati e tuttavia il guizzo definitivo è sempre mancato. Difficile catalogare come errati gli acquisti di Bigon da gennaio 2019 in poi, considerando che alcuni di questi hanno l’attenzione del mercato italiano ed estero e se venissero ceduti ci strapperemmo i capelli, per cui toccherà a Casteldebole comprendere quale sia la chiave di volta per trasformare il Bologna da squadra trascurabile dai media nazionali a squadra meritevole di attenzione e complimenti. Forse è stato sottovalutato il calcio ai tempi del Covid, con 5 cambi, calendario fitto, aspetti che il Bologna ha dovuto affrontare con una rosa corta, oppure semplicemente è mancato l’ultimo step in termini di mentalità e fame per non far abbassare la tensione quando la situazione contingente si fa più tranquilla. Vero è che Sinisa Mihajlovic ha fissato come primo obiettivo la salvezza e la squadra è in perfetta media, ma lo è anche il fatto che queste cose sono già state viste nei primi quattro anni e ora è lecito attendersi qualcosa di più. Magari arriverà, come garantisce Sabatini, e personalmente mi fido, ma per ora siamo, per dirla alla Mihajlovic, al ‘bella ma non balla’. Per iniziare a ballare, forse, servirebbe comprendere meglio quale sia il punto di arrivo di questo percorso canadese per evitare uno smarrimento che farebbe perdere la giusta via. Il punto di partenza, disastroso e frutto di pessime proprietà precedenti, è chiaro, quello di arrivo ancora no. Di sicuro da due anni a questa parte è iniziato un nuovo percorso, un nuovo sentiero, ma non è chiara del tutto la meta: dalla chiarezza d’intenti passa il futuro del Bologna, in modo tale da non aver più un presidente che chiede 52 punti e un allenatore che per prima cosa pensa ai 40.

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