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Nessuna imbarcata annunciata. E una riflessione su Orso

Redazione TuttoBolognaWeb

E invece no, non è andata secondo questa tanto diffusa quanto catastrofica previsione. Fondata su cosa in realtà non si è ben capito: la pressione di giocare una sfida di Champions League, e di farlo per di più in un teatro del calcio come quello di Anfield per una squadra poco abituata a certi palcoscenici come la nostra, sapevamo tutti sarebbe stato problematico. Aggiungiamoci poi il grande valore del Liverpool, paragonabile in parte a quello di formazioni che il Bologna conosce bene come Inter e Juventus, ma per molti versi con caratteristiche differenti. Ma da qui a sostenere, da diversi giorni per altro, l'idea che avremmo preso un'imbarcata senza precedenti ce ne passa.

Anche perchè, parliamoci chiaro, il Bologna può avere incontrato tutte le difficoltà del caso in questo inizio di stagione e i problemi possono essere sicuramente stati tanti, ma non è certo una squadra di scappati di casa: oltre ad aver conquistato la Champions League per merito sportivo, sul campo, e non perchè gli è capitata per caso (a significare che la rosa e il progetto sono di un certo valore), dispone di calciatori non solo di grande valore non solo tecnico, ma anche economico. E se è vero che non sempre il valore di mercato di un giocatore rappresenta il suo reale valore di campo, è altrettanto vero anche il contrario, ovvero che in un modo o nell'altro, in una misura o nell'altra, questa rosa può serenamente dire la sua. Per altro, con un allenatore in panchina che il calcio europeo lo mastica da diversi anni: si menzionano spesso le finali perse dalla Fiorentina di Italiano, ponendo l'accento praticamente sempre sulla parola "perse" e non sulla parola "finali".

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