lo spunto

Lecce non incrini il cammino: si può ancora credere in questo Bologna

Il lavoro sulla mente per dimenticare Lecce, ma il Bologna poggia sulle sue certezze e si può ancora alimentare il sogno
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

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Come una squadra possa dimenticare Lecce non è dato sapere, ma se ce n'è una che sembra in grado di farlo è il Bologna. Forse proprio perché è abituata a episodi arbitrali controversi e la corazza dovrebbe essere già bella spessa a protezione di una mentalità che in quattordici partite è stata ben costruita da Thiago Motta e i giocatori. E perché, spesso, il Bologna ha accelerato quando il gioco si faceva duro, cioè nei secondi tempi, e quell'inciampo al Via del Mare, con una sequenza sfortunata di accadimenti, non dovrà in nessun modo scalfirne l'architrave. Il Bologna di Motta si è issato a certi livelli con i risultati, sorretti dal gioco, con un atteggiamento mentale propositivo e combattivo, mai inferiore all'avversario, e sempre con l'intenzione primaria di fare punti, plasmandosi a seconda dei momenti della partita. Solo una volta si è plasmata meno efficacemente, e cioè in quei dieci terribili secondi oltre il quinto minuto di recupero. Ma oltre a questo, come noto, ci sono state due discutibili decisioni arbitrali di cui Motta si è molto lamentato, con annessa apertura di un fascicolo della procura (come se non ci fossero cose più serie su cui indagare...), e tutto lascia intendere che ci sia materiale per imparare dai propri errori, come una salita svagata per un fuorigioco o una gestione migliore degli ultimi istanti di gara. Senza dimenticare la necessità di un cinismo migliore sotto porta. Insomma, c'è modo di mettere in pratica azioni che possano mettere al riparo da brutte sorprese.

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