lo spunto

La permanenza di Motta non dipende da Amian. Ora testa al campo: febbraio mese chiave

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Partiamo da un presupposto: anche una imminente firma di Thiago non blinderebbe il suo futuro. Il mister è uomo di parola, se firma una cosa è perché è convinto, ma una eventuale chiamata di una big, specialmente il Psg, non blinderebbe il Bologna dal rischio di perderlo. Di sicuro, questo sì, una firma posta su un nuovo contratto certificherebbe una progettualità convincente e duratura in ambito europeo. Ed è quello che più o meno chiede Thiago. Va specificato, perché è dura pensare che la sua permanenza a Bologna dipenda o meno dal mancato arrivo di Kelvin Amian, sicuramente buon giocatore ma non quello che ti stravolge la vita nella lotta all'Europa. Il discorso è più ampio, è prospettico, è progettuale, l'esigenza di capire se il Bologna vuole ripercorrere le orme dell'Atalanta. Così facendo, Thiago potrebbe diventare il nostro Gasperini per qualche anno, ma non per sempre. Qui la palla è totalmente nelle mani di Saputo, che dovrà illustrare a Motta un piano chiaro per restare ancorati al salto di qualità maturato in queste prime venti partite. Di conseguenza, prospettato un progetto europeo, entrerà in scena il mercato, dove la società dovrà il più possibile accontentare il tecnico fresco di rinnovo. E a gennaio? Serve la punta, e il Bologna la sta prendendo, mentre Amian non sarebbe la pedina che sposta gli equilibri della lotta europea e il club, in maniera razionale, ha fatto bene a imporsi un suo budget su un giocatore indicato da un tecnico che ancora non si sa se resterà. Altra cosa: andare o non andare in Europa potrebbe incidere, non poco, sui destini di molti.

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