lo spunto

Evitato un calcio nel fango

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Il calcio ci dà da mangiare, non lo neghiamo, ci lavoriamo sopra dodici mesi l’anno, di cui nove di campionato, tutto utile per pagare le nostre bollette e i nostri affitti, allietare le nostre giornate perché siamo calciofili, ma non fino a questo punto. Per un giorno non ci vorremmo lavorare con il fango in strada e le persone disperate, soprattutto se si tratta di far affluire, in una zona disastrata, quasi 30mila persone, obbligando le forze dell’ordine a concentrarsi su una partita di calcio quando invece sarebbe meglio destinare ogni sforzo dove serve, in aiuto a chi ha sofferto e soffre ancora. La legge del buon senso dovrebbe essere prevalente su ogni tipo di gerarchia, perché è l’unica che ci fa capire e distinguere le cose veramente importanti da quelle un po’ meno, e oggi una partita di calcio passa in secondo piano rispetto alla sicurezza delle persone, sia quelle colpite dall’alluvione sia quelle che eventualmente avrebbero dovuto recarcisi dentro, in una zona profondamente colpita e che ha bisogno di tutto tranne che di ulteriore caos. Senza dimenticare le nuove allerte meteo per le prossime ore.

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