Nel 1999 la carta di identità diceva tredici anni e vidi la semifinale di andata in settimana bianca in Trentino con un mega proiettore dell'hotel. Una delusione. Al ritorno non ne parliamo, con il "mezzo furto" del Franchi. All'epoca pensavo che in semifinale ci saremmo tornati in tempi brevi, invece mi ritrovo all'alba dei quarant'anni a dover celebrare un momento storico. Sono passati 26 anni, nel frattempo siamo cresciuti, siamo usciti di casa, siamo diventati lavoratori, paghiamo le tasse, i contributi, mentre allora non avevamo pensieri. L'unico era non essere bocciati a scuola, alle medie. Ebbene, Vincenzo Italiano ci ha regalato questa gioia e siamo contenti soprattutto per lui. Verrebbe da dire: Coppa Italiano. Giochi di parole a parte, questo Bologna coinvolge, ti restituisce sempre una emozione, ti scatena in ogni campo un sentimento e questo nel calcio è tutto. Spesso sono emozioni dolci, perché la squadra sembra aver trovato una pozione magica valida per ogni partita e averlo fatto dopo un anno miracoloso assume ancora più valore. Finalmente, non siamo più nella condizione di dover scegliere una partita o un'altra, una competizione da curare e una da snobbare. No no, si vince col Dortmund, si pareggia a Lisbona, si stende il Como e si passa a Bergamo. Nessuna selezione.
lo spunto
Coppa Italiano. E’ un Bologna emozionante
Italiano cancella il passato e riporta il Bologna nella storia. Si può sognare ancora ed è straordinariamente bello