Non ho mai pensato si potesse fare un sol boccone del Sassuolo. Infatti non è andata così. Nella mia mente c'era sempre un Toro-Bologna del febbraio 2014. Avevamo appena venduto Diamanti, avevamo preso Ibson e Friberg e salimmo in Piemonte da vittima predestinata contro una squadra in lotta europea. Finì 1-2 per noi con doppietta di Cristaldo in rimonta. Poi certo, retrocedemmo, ma quella partita fu una sorta di canto del cigno che il calcio ogni tanto regala. E poteva succedere l'imponderabile anche stasera, contro un Sassuolo ferito ma sveglio, venuto al Dall'Ara per fare la partita e non da sparring partner. A sedici dalla fine era avanti 2-1, ma questo Bologna è capace di trovare risorse in qualsiasi istante e quando pensi di averlo battuto ti ritorna sotto come Joao Almeida nel ciclismo (per i non appassionati è un forte portoghese che in salita sembra sempre si debba staccare e poi ti giri e ce l'hai a ruota).
lo spunto
Così è ancora più bello (e Motta è un “folle” che prevede il futuro)
Una vittoria di rimonta fa godere di più in un Dall'Ara festante. Motta fa discutere per le formazioni, ma alla fine, spesso, si gioisce