Oggi il paragone tra Retegui e compagnia con i nuovi innesti rossoblù, soprattutto nel reparto offensivo, sono impietosi. L'oriundo è capocannoniere, gonfia la rete a raffica, mentre le punte felsinee, Castro a parte che nuovo acquisto non è, segnano con il contagocce. Che Dallinga chiuda a zero la stagione e Retegui arrivi a venti e oltre lo scopriremo col tempo, anche perché va sottolineato un dato, al netto delle preferenze e dei gusti personali (tutti o quasi avremmo voluto un mercato di rango internazionale). I nuovi della Dea stanno giocando con un minutaggio doppio rispetto ai nuovi del Bologna. Sommando tutti gli innesti atalantini si arriva a quota 2247 minuti, mentre quelli sbarcati in estate in rossoblù sono fermi a 1309, quasi la metà. Retegui, per esempio, ha avuto un minutaggio triplo rispetto a quello di Dallinga (604 a 220 minuti), così come Samardzic e Brescianini hanno giocato il triplo rispetto a Iling e Pobega, senza dimenticare che Cambiaghi, infortunio grave, e Dominguez, sono al momento quasi senza minuti di gioco (14 dell'ex Empoli all'esordio). E' evidente come oggi Italiano non abbia potuto attingere dal mercato tra periodi di adattamento e infortuni, portando il rendimento a dipendere quasi totalmente da chi c'era già, soprattutto Castro, con Orso e Ndoye chiamati ad alzare il numero di gol e, soprattutto, senza Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers.