lo spunto

A Verona mancavano 27 gol, a Motta serve tempo: Zirkzee è il trequarti, non il bomber

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

I numeri di Verona-Bologna illustrano abbastanza bene il lavoro di Zirkzee. A parte la difficoltà nella risalita del pallone, Joshua ha toccato meno palloni Skorupski (40 a 47), l'attaccante olandese è, rubando il nickname a Leo Vicari su Instagram, il falso dieci. Agisce da rifinitore offensivo, da trequartista, da uomo che mette in porta i compagni in una nuova legge che ha stravolto quelle che abbiamo sempre pensato essere in vigore nel calcio: cioè le mezze punte che assistono il centravanti e non viceversa. Otto passaggi riusciti sulla trequarti, quattro passaggi chiave - il migliore - ma non nei primi tre per tocchi in area e con un solo tiro verso la porta. E' il centravanti destrutturato. Serve a Motta per innescare gli inserimenti di tutti gli altri e quasi mai sono gli altri ad innescare i movimenti di Zirkzee. Il dialogo e il fraseggio sono anche i motivi per i quali non gioca Van Hooijdonk, perché probabilmente obbligherebbe il Bologna a giocare per un centravanti d'area, quando invece l'intento è svuotarla per favorirne il riempimento di chi viene da dietro. Meglio far segnare tutti e aumentare il valore collettivo dell'autostima o lavorare tutti quanti per i gol di un solo giocatore? Ognuno di noi ha una sua risposta, ma occorre sottolineare una cosa: l'idea di Motta ha funzionato la passata stagione con 54 punti e ad oggi non c'è motivo affinché non possa funzionare ancora.

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