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Come spesso accade in questi casi uno dei primi pensieri è sempre rivolto al futuro, perché ossessiona, ingombra e a volte si anticipa ancora prima delle celebrazioni e delle feste. Da un lato, Saputo è saldo in sella e sempre più coinvolto e ora vede anche la possibilità di tenere il Bologna a un certo livello (senza svenarsi), dall'altro Zanetti è tornato plenipotenziario e darà vita una gestione più sostenibile. La Virtus è tutta sua e probabilmente lo sarà fino al palazzetto nuovo, ma con budget inferiori. Non è per forza sinonimo di sconfitta, come dimostrato appunto dal Bologna e dalla Virtus stessa, entrambe sul tetto italico con costi di gestione meno ingombranti dei colossi avversari. Serviranno competenza e capacità manageriali per assecondare le richieste di due allenatori che si sono dimostrati capaci e vittoriosi, rendendosi fulcro principale di una stagione vincente con lungimiranza e attenzione ai dettagli. Si riparte dalle proprietà, certo, e anche dai dirigenti, ma soprattutto da Italiano e Ivanovic. Entrambi non sono stati accolti con fragoroso entusiasmo, ma grazie al lavoro hanno convinto tutti. Scettici compresi. Ora, però, è ancora tempo di fare festa.

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