In mezzo a tutto questo è stato utilizzato anche il giocatore, pardon l'entourage, per forzare la mano, mettere pressione e fretta a un Bologna che giustamente ha imposto una sua cifra di vendita. Sono questi i casi più delicati, perché tutto rema contro i tuoi interessi. Da un lato viene ceduto un giocatore forte tecnicamente e dall'altro si spinge per pagarlo il meno possibile, col rischio che il rapporto vada a incrinarsi laddove era solido e schietto, finanche a creare un problema in caso di eventuale permanenza (un giocatore scontento potrà rendere al meglio?). In sintesi, è il Bologna quello con gli occhi addosso. Tuttavia, la dirigenza è stata brava a portare avanti la sua strategia, rispettando i tempi della clausola di Lucumi, ovvero la linea di demarcazione per avere il controllo sulla seconda parte di mercato e sperando che almeno uno dei due centrali possa restare. Ed è un peccato che si sia arrivati a questa forzatura con Beukema, uno dei più genuini e bravi ragazzi di una squadra che ha fatto sognare fino a fargli a dire 'la Coppa Italia potrebbe essere solo l'inizio'. Evidentemente no, almeno per lui. Ma non bisogna accanirsi su Sam, perché alla fine questa trattativa accontenta lui e fornisce al Bologna un gruzzoletto importante, ovvero una plusvalenza che per Sartori è pane quotidiano da quarant'anni a questa parte. Ricordate cos'ha detto a Rete 7 qualche giorno fa il cobra? 'Per il Bologna alla congrua cifra è giusto vendere'.
tuttobolognaweb editoriale Beukema-Napoli, una tarantella stucchevole. Il Bologna alla prova del nove
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