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Le verità parziali di Menarini

Redazione TuttoBolognaWeb

Con buona pace del difensore svedese Antonsson che ha parlato a Casteldebole, le parole che ieri hanno fatto più discutere in città sono state sicuramente quelle di Renzo Menarini. L’ex proprietario del Bologna infatti ha...

Con buona pace del difensore svedese Antonsson che ha parlato a Casteldebole, le parole che ieri hanno fatto più discutere in città sono state sicuramente quelle di Renzo Menarini. L'ex proprietario del Bologna infatti ha rilasciato un'intervista al Corriere di Bologna (di cui vi abbiamo riportato uno stralcio significativo) in cui sostanzialmente afferma di non potersi rimproverare nulla in merito alla gestione del club rossoblu quando lui e la figlia Francesca ne curavano gli interessi. Sia chiaro che non si osa mettere in dubbio la buona fede e l'onestà di una persona che ha provato a fare calcio con risorse limitate e che sicuramente si è messo in gioco pericolosamente sia a livello personale che economico. Le parole di ieri però nascondono colpevolmente tutta una parte della storia della gestione Menarini puntando a beatificare la figura di un presidente che ha commesso davvero troppi errori incancellabili. Si tratta infatti della proprietà che, pur avendo chiuso la porta in faccia alla famiglia Pozzo, ha prima cercato di vendere il Bologna al petroliere albanese Taci facendosi ridere dietro da tutta Italia e in seguito concluso il passaggio di quote con il fantomatico Porcedda che in sei mesi ha trascinato tutti verso il fallimento. Proprio per evitare questa sciagura che avrebbe avuto ripercussioni anche sull'azienda di famiglia, nel 2010 Renzo Menarini nell'ufficio di Giovanni Consorte ha deciso di lasciare alcuni immobili in dote al club rossoblu ripianando le ultime pendenze della sua gestione. Quello che dall'intervista di ieri appare come un gesto nobile e disinteressato è stato quindi un atto dovuto per non essere costretti a portare i libri in Tribunale vergognandosi per sempre davanti a un'intera città di aver fatto sparire uno dei beni più preziosi della collettività felsinea. Come ricordato ieri dallo stesso ex patron, i tifosi rossoblu sono spesso stati duri nei confronti del geometra Renzo che però a sua volte è arrivato a sfidarne la pazienza soprattutto sbandierando senza pudore i suoi incontri frequenti con Luciano Moggi, l'ideatore dello scandalo Calciopoli che ha macchiato decenni di calcio italiano condannando soprattutto il Bologna alla retrocessione più assurda ed ingiusta della sua storia. I suoi consigli su giocatori e dirigenti (con Ceravolo arrivato praticamente al cancello di Casteldebole) hanno anche portato al deferimento di Renzo e Francesca Menarini nella primavera del 2010 quando ormai la situazione debitoria del Bologna era gravissima. La loro gestione infatti ha portato in un paio di stagioni ad accumulare una passività di circa 30 milioni di euro nonostante i perenni mercati a costo quasi zero e la presenza in campo di giocatori come Lanna, Zenoni e Mutarelli. L'unico vero colpo di mercato lo misero a segno con Pablo Osvaldo, acquistato dalla Fiorentina (dopo il rifiuto di Pazzini) per la cifra pazzesca di 7 milioni di euro. Dopo una ventina di tristi presenze in rossoblu l'investimento è stato svalutato con la cessione all'Espanyol per 5 milioni in comode rate di cui a Casteldebole aspettano ancora gli ultimi spiccioli. Forse con questa rapida carrellata ora il profilo della gestione Menarini è più completo e realistico.