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Alla fine passa il Sassuolo, ma il Bologna convince

Ancora una sconfitta. La seconda consecutiva in campionato dopo quella dell’Olimpico contro la Lazio, la terza di questo inizio di stagione considerando lo sciagurato rovescio di Coppa Italia contro il Pavia. Rispetto a quel disgraziato...

Marco Francia

Ancora una sconfitta. La seconda consecutiva in campionato dopo quella dell’Olimpico contro la Lazio, la terza di questo inizio di stagione considerando lo sciagurato rovescio di Coppa Italia contro il Pavia. Rispetto a quel disgraziato esordio, però, il Bologna superato dalla capolista Sassuolo solamente negli ultimi minuti di una gara assai equilibrata è tutt’altra cosa: non è solo una questione di uomini (anche se gli inserimenti di Destro, Donsah, Pulgar e Falco aiutano e non poco), ma anche di atteggiamento, di corsa, di organizzazione. Quando ci saranno anche la consapevolezza, la compattezza, un po’ di esperienza e qualche uomo (Mounier, Taider, Giaccherini e chissà, qualcun altro) in più, questo Bologna si toglierà e ci regalerà parecchie soddisfazioni.

DESTRO DAL PRIMO MINUTO, DEBUTTO PER FALCO E DONSAH – Per il debutto interno in un rinnovato (ma i lavori non sono ancora terminati) stadio Dall’Ara, Delio Rossi sceglie un Bologna diverso per sei undicesimi da quello messo in campo contro la Lazio: M’Baye (titolare al rientro dalla squalifica), Maietta (al posto dell’infortunato Oikonomou), Pulgar, Donsah, Falco e Destro, all’attesissimo debutto dal primo minuto in maglia rossoblù. Cambia – sia pur di poco – anche il modulo: quello schierato da Rossi è una sorta di 4-3-3 non molto diverso da uno schema ad albero di Natale, con Falco largo a destra, Brienza più centrale ma con ampia libertà di movimento e Destro leggermente più avanzato rispetto ai due compagni di reparto, come del resto provato a più riprese dal tecnico riminese nel corso della settimana. Il Sassuolo invece è praticamente lo stesso visto domenica scorsa contro il Napoli, con l’unica differenza di Politano scelto per rimpiazzare l’infortunato Berardi.

IL BOLOGNA C'È – L’inizio di gara è confortante. Il Bologna, infatti, tiene bene il campo contro una squadra più rodata e organizzata, senza soffrire dalle parti di Mirante, ma nemmeno senza costruire chissà che occasioni in fasa d’attacco. Il primo tempo è giocato a ritmi alti da tutte e due le squadre, ma nessuna delle due riesce davvero a costruire grandi occasioni da gol. Le uniche arrivano con conclusioni dalla distanza: di Destro, su calcio di punizione dal limite al 17’, per il Bologna, di Sansone (tiro a giro) e Politano (mancino su respinta della difesa) per i neroverdi. In un paio di occasioni Donsah risolve con grande energia situazioni complicate, mentre Falco e Brienza là davanti sono due folletti che procurano più di un grattacapo alla solida difesa sassolese.

OUT DONSAH, MA IL FORTINO REGGE – A inizio ripresa, Delio Rossi inserisce Ferrari per M’Baye, ancora in ritardo di condizione rispetto ai compagni, ma il Bologna che rientra dagli spogliatoi non ha la stessa foga agonistica di quello ammirato nella prima frazione. Il Sassuolo prende progressivamente campo, schiacciando il Bologna nella propria metà campo ma non riuscendo a trovare mai lo spunto giusto per sbloccare la partita. Il Bologna regala troppo campo agli avversari, ma ha il pregio di saper soffrire, tanto da impegnare Mirante in una sola circostanza, al 53’, quando il sinistro di Politano su punizione dal limite viene respinto dall’estremo difensore rossoblù. La pressione degli uomini di Di Francesco sale ancor di più dal 55’, quando Delio Rossi è costretto a rinunciare a Donsah, fino a quel momento uno dei migliori in campo, a causa di un guaio alla spalla. Dentro Diawara e cambio di modulo, con passaggio a un 4-2-3-1 in cui Crisetig e lo stesso Diawara fanno da schermo davanti alla difesa, Pulgar e Falco agiscono ai lati di Brienza sulla trequarti alle spalle di Destro.

PROBLEMI PER MIRANTE, MA IL BOLOGNA REAGISCE – L’attaccante ascolano uscirà (senza gradire la scelta dell’allenatore, ma tra gli applausi del pubblico) poco più tardi, al 70’, per lasciare posto a Mancosu. L’ultima sostituzione di Rossi rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol una sessantina di secondi più tardi, quando Mirante, tutto solo, si ferma per un problema al ginocchio. Sono attimi di panico: con il Sassuolo in pressione costante e i cambi già esauriti, l’uscita anzitempo dell’estremo difensore rossoblù assomiglierebbe molto da vicino a una condanna a morte (sportivamente parlando, è ovvio), ma per fortuna per il portiere ex Parma non si tratta di nulla di grave. Anzi, il suo infortunio funge da punto di svolta nella partita dei rossoblù, che riescono finalmente ad alzare il proprio baricentro, a tenere il Sassuolo schiacciato nella propria metà campo e a rendersi pericoloso, con un tiro dal limite di Brienza deviato da Vrsaljko e respinto in corner da Consigli.

FLORO FLORES FIRMA LA BEFFA – Di calci d’angolo il Bologna se ne procura diversi in questa fase, ma sull’ultimo di questi il Sassuolo confeziona la ripartenza decisiva: un contropiede letale su cui il Bologna, troppo sbilanciato in avanti, si fa sorprendere e su cui Floro Flores (ancora lui) è bravo a sfruttare l’unico errore della partita di Diawara e a fulminare Mirante da pochi passi (rivolgendosi poi in maniera polemica verso Di Francesco, reo di non averlo schierato dal primo minuto). Il gol subito è una vera e propria doccia gelata, a cui i rossoblù non sono in grado di reagire, se non negli ultimi secondi dei 5 minuti di recupero assegnati da Russo: sull’intelligente sponda aerea di Pulgar, Acerbi è bravissimo ad anticipare Mancosu, altrimenti pronto a colpire di testa da pochi passi.

La sconfitta brucia, anche perché frutto di un peccato di gioventù evitabilissimo, arrivato in un momento della partita in cui il Bologna avrebbe dovuto più saggiamente controllare una partita che si era fatta tremendamente complicato e in cui invece si è fatto ingolosire dalla possibilità di conquistare i tre punti. Poco male, un punto in più o in meno non fa tutta questa differenza, anche se andare alla pausa senza il fardello di quello 0 in classifica che tanto pesa e infastidisce, avrebbe permesso alla squadra di lavorare con più serenità nelle prossime due settimane. Settimane che saranno fondamentali per presentarsi ai nastri di partenza del vero campionato del Bologna con una squadra più pronta di quella che – giocoforza – abbiamo visto fin qui. Gli applausi che il pubblico ha regalato ai propri nuovi beniamini all’uscita dal campo non varranno quanto un punto in classifica, ma devono rapprensentare la gratificazione, il premio da cui ripartire.