E il pallone è finito a casa di Orsolini a Bologna, ma ora andrà nella sua parete di cimeli ad Ascoli: “Sì è come se le avessi strappato dalla mani di Maresca - scherza Orso - L’ho fatto firmare a tutti i compagni perché è un bel ricordo. Ha un valore inestimabile per me quel pallone e probabilmente lo porterò nella mia casa nelle Marche e lo metterò dentro una teca. Ho una parete con qualche cimelio tipo la scarpa d’oro al mondiale Under 20 e la medaglia di bronzo assieme a qualche maglia donata dagli avversari”.
E prima della tripletta Orso era già stato richiamato in nazionale da Luciano Spalletti, una intima speranza è che possa tornarci a breve: “La nazionale passa dalle prestazioni con il Bologna, lo dico sempre e lo ripeto. Devo cercare di dimostrare di essere pronto per la maglia azzurra e per i palcoscenici importanti". E proprio domani c'è la Scala del calcio: "Contro l'Inter sarà partita tosta, maschia, dovremo far vedere di che pasta siamo fatti. Dovremo dimostrati di poter impensierire queste big a casa loro. Proveremo a scardinare la difesa dell’Inter. Bologna? E’ come una seconda casa, è il posto dove mi sono fermato di più dopo le Marche. Mi sono trovato bene”.