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L’undici di Motta e quello di Italiano: com’è cambiato il Bologna

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Inizio di stagione complicato per il Bologna. Il cambio da Motta a Italiano ha sicuramente influito e i giocatori devono assimilare le idee del nuovo allenatore
Redazione TuttoBolognaWeb

Ci si aspettava decisamente di più dal Bologna in questo inizio di stagione. I felsinei sono una delle squadre che, in base alle premesse dell’estate, sta deludendo di più nel nostro campionato. Dopo la fantastica cavalcata della passata stagione, conclusa con un prestigioso quinto posto e la qualificazione in Champions League, ora i rossoblù si ritrovano nella parte destra della classifica dopo un quarto di stagione e con tante problematiche soprattutto a livello offensivo. Va detto che il Bologna visto nella passata stagione è stato un capolavoro difficilmente ripetibile e anche lo scenario delle quote Serie A testimonia l’improbabilità del ripetersi di un exploit del genere. Ad ogni modo, una delle cause principali è sicuramente il grande cambiamente in estate, con l’avvicendamente in panchina fra Thiago Motta e Vincenzo Italiano, ma andiamo a vedere come è cambiato il modo di stare in campo dei rossoblù da un tecnico all’altro e quali sono le principali differenze, sul piano tattico e dei singoli.

Il Bologna di Thiago Motta

L’anno scorso il Bologna ha impressionato davvero tutti con una proposta di calcio affascinante, in cui tutti gli interpreti in campo entrano nel vivo del gioco e non davano punti di riferimento all’avversario. Tanto movimento senza palla e grande sacrificio collettivo in fase di non possesso, che ha garantito anche ottima solidità e la terza miglior difesa a fine stagione (solo 32 gol subiti).


Thiago Motta, con il suo 4-2-3-1, poteva però fare affidamento su alcuni elementi che hanno fatto decisamente la differenza. Su tutti Riccardo Calafiori, arrivato in sordina proprio quell’anno dagli svizzeri del Basilea e diventato perno fondamentale della difesa del tecnico italo-brasiliano. Le sue capacità in fase di manovra permettevano al Bologna di cominciare l’azione con gran qualità. Allo stesso modo, la finalizzazione era impreziosita da un nove di livello come Joshua Zirkzee, ottimo realizzatore con 11 reti realizzate, ma soprattutto prezioso nello svolgimento della manovra con le sue giocate spalle alla porta e i suoi assist. Non dimentichiamo poi la fisicità di un giocatore come Lewis Ferguson, che è stato decisivo nel contesto tattico di Motta con i suoi inserimenti e sulle palle inattive (6 gol e 3 assist). Il centrocampista scozzese ha saltato la prima parte della nuova stagione per un grave infortunio ed è rientrato solamente ora.

Il Bologna di Vincenzo Italiano

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Questi singoli sono effettivamente mancati a mister Italiano, i cui rinforzi arrivati dal mercato non sono al momento riusciti ad emergere, su tutti il centravanti olandese Thijs Dallinga, arrivato dal Tolosa per una cifra considerevole. Sulla carta Italiano propone un calcio molto simile a quello di Motta, come lui stesso aveva dichiarato: “Dal punto di vista dello sviluppo del gioco e della proposta ci somigliamo”. In effetti anche l’ex allenatore della Fiorentina propone un 4-2-3-1 e la costruzione dal basso con i difensori, ma ci sono diverse differenze. Innanzitutto, al contrario della scorsa stagione quando gli emiliani giocavano molto in verticale, ora la squadra sviluppa maggiormente sugli esterni e per sfruttare l’uno contro uno. A testimonianza di ciò c’è il dato sui cross, che vedeva i rossoblù ultimi nella passata stagione con 55 traversoni, mentre ora è tra le squadre che opta di più per questa soluzione di gioco.

 

Anche i numeri difensivi non sono stati complessivamente all’altezza di quelli della passata stagione. Nelle prime uscite il Bologna ha infatti spesso concesso molto proprio dagli esterni, subendo sempre gol nelle prime sei giornate di campionato. Ultimamente però il tecnico nato a Karlsruhe sembra esser riuscito a dare maggior solidità ai suoi e lo dimostrano le due clean sheet ottenute con Cagliari e Lecce.