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"Il Bologna mi ricorda molto l'Inter, che anche in situazioni difficili mantiene la sua identità. Non credo si tratti di cambiare modulo, quanto l'ingresso di giocatori che hanno rimontato partite e quello che insegna Motta non è un gioco di ruoli ma di posizioni. I giocatori vanno ovunque occupando spazi liberi e non c'è uno schema fisso. Sono i movimenti a fare la differenza, non il modulo iniziale. Quando si chiudono gli spazi si fa più fatica e lì devi avere un uomo che ti credi un certo tipo di situazioni. Dopo Roma era giusto che Motta confermasse quasi in toto l'undici iniziale"

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