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Il ruolo del portiere sta certamente andando incontro ad una rivoluzione, partita dall'Olanda ai tempi di Cruijff e Rinus Michels, ma diventata globale solo negli ultimi anni. Il Bologna ha certamente compreso questo cambio di direzione: ora al portiere non si chiede più di essere solo bravo con le mani, ma deve anche essere in grado di garantire un opzione di scarico ai difensori e saper giocare con i piedi, nonché gestire la pressione del pressing degli avversari. Lo sa bene Skorupski, e con lui Da Costa, i portieri della prima squadra del Bologna ogni settimana si allenano su i fondamentali necessari a integrare le nuove richieste, partecipano ai torelli e svolgono allenamenti specifici.
Ma il percorso comincia ben prima dell'approdo in prima squadra, nel settore giovanile infatti si punta molto a preparare i portieri a essere efficaci anche con i piedi, Oriano Boschin, ex portiere del Bologna e attuale preparatore dei portieri dell'Under 15 si è così espresso: "In primo luogo fino ai 13-14 anni si alternano in porta, in modo che tutti sappiano giocare con i piedi e con le mani. Nell'under 15 si insegna che il portiere è parte integrante della squadra. La tecnica podalica si esercita durante gli allenamenti attraverso diverse forme. A esempio inserendo i portieri durante le esercitazioni dei possessi. In questo modo anche loro si abituano ad utilizzare i piedi in condizioni di forte pressione e si spera che in questo modo possano diminuire gli errori."
Fonte: Corriere dello Sport
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