Ancora la nota: "Pur di apparire, agevolati dalla grancassa dei social, ognuno si sente nelle condizioni di erigersi a protagonismo ed emettere sentenze che nulla hanno a che vedere con la realtà dello svolgersi dei fatti, quando sarebbe stato sufficiente riguardarsi le immagini del prepartita e anche del post fischio finale per rendersi conto che la valanga di parole spese a vanvera, oltre che a sprecare fiato, è servita solo ad esacerbare gli animi, ad inventarsi una realtà parallela dove sentirsi protagonisti per un minuto, sia pure protagonisti del nulla". CONTINUA SOTTO
Il ricordo di cosa successe nel 2001: "Ricordiamo infine a colui che ha innescato con la fantasiosa narrazione nell’immediato post partita tutta questa penosa vicenda, quanto accaduto nel febbraio del 2001. Allora, quando neppure quarantott’ore prima della partita Bologna-Roma (squadra della quale era un dirigente), un giovane calciatore della squadra rossoblù periva in un incidente stradale, non ci fu concesso il rinvio della partita e la squadra scese in campo nelle condizioni che tutti possono immaginare.
A proposto di rispetto, quindi, non ha nulla da insegnare, anche perché domenica nessuno ha mancato di rispetto a nessuno".
Associazione Percorso della Memoria Rossoblù