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Crescita, emozioni e 35 milioni: è una Champions senza rimpianti che apre le porte a un'altra Europa. Numeri importanti: nelle quattro trasferte più di undicimila tifosi si sono messi al seguito della squadra. E il gruppo di Italiano con 9 reti incassate negli otto match, vanta una difesa da qualificazione agli ottavi scrive il Carlino.
Il percorso in Champions al Bologna ha lasciato preziosi gettoni di crescita che la squadra di Italiano fin qui ha speso in campionato, buone (in alcuni casi ottime) prestazioni, indelebili ricordi per i circa 11 mila bolognesi che hanno viaggiato complessivamente nelle 4 trasferte, 35 milioni di introiti per le casse del club. I rimpianti sono a zero: sì perché solo colui che moltiplicava i pani e i pesci avrebbe impiegato meno tempo di quello occorso al tecnico di Ribera per condurre positivamente in porto la transizione dal Bologna di Motta al suo. Lasciare qualcosa per strada era inevitabile. Se però consideriamo la caratura degli 8 avversari incontrati, i rossoblù non si meritano di abbandonare questa Champions con il retrogusto amaro del rimpianto, anche perché i punti fatti dai felsinei sono stati 6, cinque in meno degli 11, che non sono stati sufficienti alla Dinamo Zagabria per entrare nelle prime 24. Con 9 reti subite in 8 partite i rossoblù vantano l'ottava miglior difesa, insieme a quella del Psg: potenzialmente la squadra di Italiano è una difesa da qualificazione diretta agli ottavi. L'altra faccia della medaglia è la sterilità offensiva: solo lo Young Boys (3 gol) ha fatto peggio dei rossoblù (4 gol). Ma parliamo di Champions League, ovvero di "top level", una terra eletta di cui questo Bologna ha dimostrato di possedere a pieno titolo il diritto di cittadinanza.
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