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Il progetto Bologna esiste?

Manuel Minguzzi

Ma torniamo alla domanda originale: il progetto esiste? Per i primi quattro anni è esistita una idea di calcio che poi non si è tradotta in pratica, la squadra non produceva spettacolo e non produceva plusvalenze, ma quantomeno si salvava. Da Mihajlovic in avanti il vento è cambiato, le potenziali plusvalenze ci sono, i giovani anche e sono più utilizzati - forse perché maggiormente di valore rispetto alle nidiate precedenti - e la squadra ha espresso divertimento e un calcio coinvolgente. Questo si può definire progetto? Per me sì, se riguarda il concetto di plusvalenza. Può definirsi progetto per l'Europa? Forse no, visto e considerato che la società ha deciso di tirare un po' i remi in barca in tal senso. Terza domanda: questo embrione nato a gennaio 2019 con Mihajlovic può far partire finalmente il volano? Si direbbe di sì, a patto che non ci si mettano altri fattori influenzanti oltre a una leucemia, un virus e una sequenza impressionante di infortuni. Badate bene, il fatto che un nuovo punto di inizio sia stato fissato a gennaio 2019 non è una attenuante né un alibi, solo una constatazione. E i quattro anni precedenti senza particolari frutti sono da considerare un errore in avvio di progetto tecnico, non una giustificazione. Non è stato tutto da buttare, ma si poteva fare meglio. Molto banale come concetto, ma quando si naviga a metà del guado da circa sei anni - cioè né Europa e sussulti, né retrocessione - significa che qualcosa è andato storto e che qualcosa è stato azzeccato. Riusciremo ad azzeccarne di più da ora in avanti raggiungendo Sassuolo o altre succose realtà?

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