Si sa, un attaccante straniero che arriva in Italia ci mette un po' per entrare a bolla, paga l'ingresso in un calcio difficile, dove ogni centimetro di campo è una battaglia e dove navigati e scafati difensori mettono in crisi l'autostima e la consapevolezza. E' successo anche a Zirkzee, che ha chiuso la prima stagione di Serie A con 19 partite e 2 gol, tra le critiche di tutti e una preferenza chiaramente indirizzata verso Marko Arnautovic. Poi è sbocciato di botto e quasi senza senso, se non per chi lo ha preso vedendoci del talento prima degli altri. Che possa succedere anche con Dallinga? Non è dato sapere, ma di sicuro non si possono fare processi definitivi dopo pochi mesi e il terzo grado di giudizio, la Cassazione, è ancora in là da venire. I due giocatori hanno un talento diverso, caratteristiche opposte, e questo segna ancora di più la differenza perché Zirkzee poteva fare un partitone anche senza segnare, mentre Dallinga, per come poco partecipa alla manovra, o fa gol oppure prende 5. Thijs paga anche un Bologna in difficoltà a segnare e a produrre in Champions, contro avversari che in Italia non si incontrano spesso, mentre in Serie A Italiano ha puntato maggiormente su Castro, con evidenti ragioni, pur partendo da un percorso diverso visti i mesi di apprendistato effettuati l'anno scorso da Santi.
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