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Bologna, riparti dall’ossatura centrale, ma serve sintonia tra Sartori e Miha

Manuel Minguzzi

Difficile sapere ora, con certezza, dove andrà a pescare Sartori. La sensazione che qualcosa da Bergamo arriverà c'è e, tra i nomi usciti, quello con maggiori conferme è Lovato. Difensore di stazza, di tecnica e discreta velocità, ma è giovane e costa tanto. Sempre ammesso che Gasperini non se lo tenga con sé, Demiral non è in odor di conferma, sarà difficile arrivare a prenderlo pagandone il cartellino, ma con Sartori - grande novità - il prestito con diritto di riscatto non sarebbe più un tabù come nella precedente gestione. Non ci sono invece grosse conferme su Caldara, che scalderebbe poco pure il sottoscritto, e in generale Sartori potrà piazzare colpi tra gli sconosciuti del nord Europa e noi giornalisti dovremo cercare di indagare nel miglior modo possibile. L'aspetto importante non è tanto questo, che fa riferimento all'esterno, bensì quello accadrà nei rapporti interni. Servirà dunque trovare una grande sintonia e alchimia tra Sartori e Mihajlovic, affinché il primo faccia acquisti nella giusta direzione tecnica improntata dal secondo, trovando elementi utili alla causa per un preciso e determinato modulo. Sotto questo aspetto l'ultima stagione è stata molto caotica, con un Bologna prima costruito a 4 dietro e poi dirottato verso il 3-5-2. Un errore da non commettere. Insomma, l'ossatura portante c'è e si può costruire attorno a quella, cedendo il cedibile e reinvestendo con ritrovata produttività e funzionalità per una annata che, perdonatemi, sarà di 'transizione' a livello di punteggio e obiettivi. Perché? Semplice: è difficile pensare che il nuovo arrivato possa in pochi mesi portare il Bologna dal tredicesimo al settimo posto. Servirà tempo e pazienza, anche per noi commentatori che non dovremo incorrere nell'errore comunicativo di rivalutare il passato qualora non arrivassero subito risultati di prestigio. Con Sartori parte una nuova sceneggiatura dopo sei anni. Non era scontato e banale che accadesse.