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Arnautovic e il sottile confine tra strafottenza e carisma

Manuel Minguzzi

Ma il vero cruccio di tanti tifosi rossoblù è rappresentato dal carattere di Marko Arnautovic. In questi casi c'è sempre il rischio del dipinto mediatico contorto rispetto al vero lato caratteriale del personaggio. Sabatini lo ha definito un 'rissaiolo', che in termini generali non è un complimento, ma in termini calcistici lo può essere. Spesso poi si scambia il carisma con la strafottenza, l'avere un carattere forte dall'essere a prescindere antipatici, apparire in un modo ma poi essere tutt'altro. Bisognerebbe conoscerlo il povero Marko, ormai considerato razzista per la vicenda Alioski, provocatore per aver zittito i tifosi italiani durante Austria-Italia e gradasso per aver detto una volta, da giovanissimo, che si sentiva più forte di Ibra. Chi non ha mai detto cavolate da giovane? Io volevo fare il pilota di Formula 1 e ora non ho neanche la patente...Insomma, in linea generale bisogna capire la sottile differenza tra un calciatore dal carattere importante, e che può stimolare e far crescere i compagni e al tempo stesso farsi sentire con gli avversari, da quelli che effettivamente possono essere definiti strafottenti e poco inclini a vivere un gruppo sano. Avere carattere nella vita implica sempre stare antipatico a qualcuno, a maggior ragione se si è giocatori di talento. E per questo Bologna di bravi ragazzi può essere utile avere un giocatore antipatico, agli altri. Quelli simpatici probabilmente sono tali perché incidono meno sul campo ai danni dell'avversario, quelli antipatici lo diventano perché giocano bene, mettendo in difficoltà non i compagni ma i cosiddetti 'nemici'. Di questo si parla, essere faro con i compagni, quindi diventare ben voluto, essere antipatico agli avversari, quindi colpirli tecnicamente e mentalmente. Qualcuno diceva 'Chi ha carattere fa rumore. Anche in silenzio'. Ecco, Arnautovic, che parla poco pubblicamente, fa rumore spesso. Che il nuovo corso abbia inizio.