lo spunto

Non si può, no, non si può

Manuel Minguzzi

Partiamo da un presupposto: le qualità di Rodrigo Palacio non sono in discussione. Ad esserlo è la conformazione dell'attacco del Bologna, composto da tanti buoni giocatori ma senza l'utilizzatore finale, il finalizzatore, il centravanti che toglierebbe le castagne dal fuoco in una partita come quella di Roma. Ed è qui che il Bologna si gioca il futuro, perché dopo due anni il tempo dell'attesa è finito: serve la prima punta. La speranza è che Walter Sabatini sappia esattamente chi prendere e come per dare senso a tutto il resto: il Bologna gioca bene, crea, ma fatica a segnare gol facili, che sono quelli che magari l'utilizzatore finale segnerebbe. Il salto di qualità, già ottenuto come mentalità e identità grazie all'arrivo di Mihajlovic, passa da questa operazione di mercato, all'apparenza semplice ma contornata da tante incognite come esborso economico, giocatori disposti a venire e bilancio del club. Ma se il Bologna di Saputo vorrà avere un coronamento, la ciliegina sulla torta, il pezzo mancante del puzzle, dovrà provare a fare un investimento importante in attacco, per colmare una lacuna ormai cronica e che inizia a diventare pesante per bottino di punti lasciati per strada. Per dirla alla Mihajlovic 'più che far giocare bene la squadra non posso fare'. Anche oggi, nel primo tempo, il bel gioco si è visto ma il risultato diceva il contrario. Superare questo limite appare condizione necessaria e, forse, sufficiente per svoltare davvero.

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