lo spunto

Caro Bologna, dovevi crederci di più

Manuel Minguzzi

Con quale occhio si può guardare al prosieguo del campionato (con il mercato ancora aperto)? Proviamo a essere fiduciosi, contando nel fatto che non tutte le squadre hanno Ibrahimovic e il tasso tecnico del Milan, elevato da centrocampo in su. Ma più di ogni altra cosa è il Bologna a dover tornare quello di un tempo, almeno come tempra mentale e atteggiamento. Oggi un piccolo passo avanti rispetto al finale della scorsa stagione c'è stato, però serve di più. Manca ancora intensità, manca ancora quella produzione offensiva che il Bologna, a folate impressionanti, riusciva a costruire fino a febbraio occupando con costanza la metà campo avversaria. Il Bologna post Covid comanda meno le operazioni, è più costretto alla difensiva e non sempre è efficace col pressing, dando a volte l'impressione di correre a vuoto e sfiancarsi. Sta a Mihajlovic trovare il giusto equilibrio tra le due cose, anche a costo di essere meno spericolati ma più solidi, nutrendo ancora la speranza di ammirare quel Bologna capace di essere in lotta per l'Europa fino a 10 giornate dalla fine del campionato scorso con questa conformazione. Fenucci è stato chiaro: arriverà forse Supryaga e non il centrale, quindi le giovani risorse tecniche dovranno crescere.

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