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Verona-Bologna: scaligeri vincitori per demerito bolognese

Dalle mappe di calore fino alle posizioni medie dei calciatori in campo, suddivise in generale e per frazione di gioco specifica. In questa prima grafica le posizioni medie generali delle due squadre in campo nei due tempi. L'Hellas non si modifica più di tanto con gli ingressi di Duda e Lazovic per gli infortuni di Abildgaard e Lasagna; il Bologna nel primo tempo è collocato praticamente in assetto difensivo, per altezza degli undici quanto nell'assetto. Perché il 4-3-3 che disegna la grafica in alto a destra significa che Thiago Motta non è riuscito a imporre l'identità del proprio 4-2-3-1. E quindi da sé il gioco offensivo.

In basso le posizioni medie nel momento in cui il possesso palla era a favore. Anche col pallone fra i piedi, il Bologna si propone con il 4-3-3 nel primo tempo. Nei secondi 45 minuti i rossoblù guadagnano metri, ma non è abbastanza. Il numero 30, Schouten, è evidentemente impegnato da difensore centrale destro, al posto di Soumaoro – quest'ultimo sostituito da Sansone. Questo cambio ha destabilizzato definitivamente la partita del Bologna, che non si mostra chiarissimo nemmeno nella grafica: il cambio Moro-Barrow ha creato subbuglio in mezzo al campo, lasciando occupare all'inedito quartetto Dominguez, Ferguson, Moro e Sansone il corridoio centrale a mo' di centrocampo a rombo. Con Kyriakopoulos costretto a fare le due fasi in maniera sostanzialmente disumana, essendo solo su quella fascia, di facto.

Poco da sottolineare nell'assetto del Bologna in fase difensiva, molto più impattante quello dell'Hellas Verona. Il primo tempo è chiuso dalla formazione scaligera con due cambi e una linea difensiva sostanzialmente perfetta. Il 4-4-1-1 di Zaffaroni ha permesso al Verona di coprirsi quanto bastasse per schermare i rossoblù, già penalizzati dal brutto atteggiamento in campo. Il secondo tempo è ancora più conservativo per i gialloblù, forti del raddoppio di Verdi.

 

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