lo spunto

Una domenica da ‘io c’ero’. Ora, guai a distrarsi

Manuel Minguzzi

Il gelo del Dall’Ara per una giornata epica, da ricordare. Ora il Bologna è lanciato ma serve massima concentrazione nonostante le voci di mercato

Domenica faceva freddo, tanto freddo. Il Dall’Ara è da sempre, in inverno, un catalizzatore di venti sia dal nord che dalla collina e domenica aveva una combo devastante: corrente glaciale e direttamente in faccia per chi stava in tribuna. Cito l’amico collega Leo Vicari, che con una certa epica, prima del fischio d’inizio, mi dice ‘e se questa diventasse la classica domenica da ricordare? Quella volta in cui battemmo l’Inter nel freddo dando vita a qualcosa di bello…’. Tac, detto fatto. Leo, la prossima volta dammi i numeri del Superenalotto anche se poi non saprei cosa fare con 300 e passa milioni, anzi avrei più ansie nel gestirli che gioia nel vincerli…Volete sapere l’abbigliamento? No non ci interessa, direte voi. Ve lo dico lo stesso. Calzamaglia, calzettoni da sci (quelli che si usano con gli scarponi per arginare un po’ il freddo), pantaloni felpati, maglia termica, maglia, maglioncino, felpazza, due giacche (la seconda ovviamente impermeabile), guanti, cuffia, cappuccio tirato su, ma non bastava perché il viso era scoperto e il vento gelido. E allora, sempre Vicari, mi lancia l’idea del secolo della mascherina ad arginare il freddo. Via di Ffp2 per coprirsi il viso ma con una umidità del 300%. 


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