lo spunto

Una sconfitta che non scalfisce il percorso. Se poi si giocasse un recupero effettivo…

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Partiamo da un dato. Il Bologna è tornato a perdere una partita in casa dopo più di sei mesi e già questo rende bene l'idea del percorso intrapreso. Certo, fa male riassaporare la sconfitta, non ci eravamo più abituati, ma la prestazione dei rossoblù può comunque rendere orgogliosi i 30 mila del Dall'Ara esaurito. Pur con le difficoltà a sfondare dalle parti della porta, il Bologna ha schiacciato la capolista, l'ha messa lì a difendere con piglio e dedizione e se la squadra di Motta avesse portato a casa anche questa partita allora l'anno prossimo sarebbe diventata pretendente allo Scudetto. Non è e non sarà così e l'unica cosa da fare è prendere il buono anche da una partita persa. Il buono è la prestazione di voglia, gioco, energia, anche se c'è da sistemare qualche dettaglio per provare a scalfire il muro roccioso di difese arcigne, quelle che ti impongono di girare al largo e sull'esterno e che prendono immancabilmente ogni palla alta. L'impressione è che il Bologna avrebbe potuto pareggiarla solo su una pressione in avanti, magari rubando il pallone in fase di costruzione, e così è stata costruita la vera azione del pari con Zirkzee, ma per il resto, da grande squadra come è l'Inter, la difesa della porta è stata impeccabile pur a fronte di una manovra che nel secondo era totalmente sparita. Merito del Bologna che ha giocato con qualità e grande coraggio ed è il segnale che questa sconfitta non scalfisce il percorso e non intacca i principi e le consapevolezza della squadra di Motta.

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