La risposta è chiaramente no, anche se a leggere i commenti di alcuni tifosi (o presunti tali) al termine della sconfitta di ieri, e di alcuni anche già dopo quella di Verona, sembrerebbe che il Bologna fosse in piena lotta per non retrocedere. Quando in realtà, classifica alla mano, i rossoblù sono noni, ad una sola lunghezza dall'ottavo posto, e con 45 punti all'attivo. Che non sono pochi, o comunque non di meno di quelli che la squadra aveva collezionato dopo 33 giornate nelle scorse stagioni. Poi è chiaro: quando ti abitui bene, quando vinci e convinci ogni domenica, quando inizi a sognare la qualificazione alle coppe europee, compiere due passi falsi nell'arco di dieci giorni ti fa crollare un po' il mondo addosso e ti fa pensare che questa squadra non sia matura. E probabilmente è così, questo Bologna e il suo allenatore non sono ancora pronti per l'Europa. Ma non si può dimenticare quanto di buono fatto in un intero campionato solo per aver sbagliato due partite, probabilmente decisive per il famoso salto di qualità, questo è vero, nel giro di qualche settimana.
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