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Quanto è difficile trattare Sinisa come tecnico?

Manuel Minguzzi

E' evidente come il rapporto tra Bologna e il Bologna e SinisaMihajlovic sia oltremodo profondo e stretto, sia per le vicende sportive, la miracolosa salvezza, sia per quelle sanitarie, con una doppia battaglia che il club ha condotto al fianco del proprio allenatore - la prima nel 2019, la seconda ora. C'è un legame che va oltre l'aspetto sportivo e che ha reso il Bologna Calcio club virtuoso e solidale nei confronti del proprio allenatore. Dall'altro lato, però, si parla di una società di Serie A che muove decine e decine di milioni di euro all'anno e che ha bisogno di effettuare una progettazione dal punto di vista tecnico chiara e precisa, per ottenere ciò che fino a qui è sempre mancato: il salto di qualità. Le logiche aziendali saranno predominanti rispetto a quelle umane? Questa è la domanda delle domanda a cui non ho risposta. Il cittadino onorario Sinisa Mihajlovic credo sia ben voluto da tutta Bologna, l'allenatore, invece, negli ultimi due anni ha fatto emergere una sempre più insistente sensazione di fine ciclo. Dal punto di vista tecnico e aziendale un cambio appare inevitabile, soprattutto dopo questa stagione, dal punto di vista emotivo invece può esserci sempre profonda riconoscenza e vicinanza. In una sola parola, affetto. Di questo si parlerà inevitabilmente giovedì con i primi nomi di allenatori che già aleggiano sotto i portici. Uno di questi è RobertoDe Zerbi, cercato anche dal Monaco, ma pronto a ritornare in Italia dopo l'avventura allo Shaktar Donetsk. In caso di cambio allenatore, convincere De Zerbi non sarà affatto facile, ha mercato europeo e cerca un progetto serio, ma di sicuro con Giovanni Sartori il Bologna avrebbe più chance rispetto al passato. Resta però la domanda iniziale: quanto è difficile trattare Sinisa Mihajlovic come allenatore?