Insomma, se un intero cda ha deciso di dimettersi per fare spazio ad una serie di nomine 'tecniche', evidentemente qualcosa di poco chiaro ci sarà stato. Il presidente ha dichiarato ieri che i rilievi sono ingiustificati e che la società ha agito bene, però tutti se ne sono andati e ora la gestione se l'è presa direttamente il 'cugino', con l'intento di dare una base credibile al club che è sotto accusa non tanto per frodi sportive quanto per frodi a livello contabile, e di conseguenza verso quegli azionisti che magari applaudivano ieri. Non si parla più di una partita falsata, ma di qualcosa che va ben oltre ed è forse peggiore (se tutto venisse dimostrato). E se le intercettazioni già disegnano un quadro fosco senza bisogno di sentenze, almeno per farsi un'idea del modus operandi che prescinde dal fatto che ci sia illecito o meno, c'è chi ancora non riesce a farsene una ragione e grida allo scandalo non per il contenuto delle stesse ma per il fatto che i giornalisti si siano messi a fare il loro mestiere. E se l'ultima carta difensiva diventa improvvisamente un signore radiato forse davvero si è arrivati a scavare sul fondo, così tanto che sono giunte addirittura dure critiche dagli organi di stampa famigliari, forse esausti di avere a che fare con un ex dirigente scomodo per quello che dovrebbe essere il famoso stile di cui tanto si parla. Davanti a noi, dunque, ci sono due possibili scenari: sentenza di innocenza e relative pernacchie da tutti i difensori, sentenza di colpevolezza e strali su un presunto complotto mondiale ai danni dei colpevoli. Tutto già visto sedici anni fa...
lo spunto