Si discuterà molto dell'ultimo rigorista scelto, ma non è il tema della serata. Posch lo ha sbagliato, ma Motta non è pazzo e se lo ha scelto avrà avuto i suoi buoni motivi, magari dopo una sessione dedicata di allenamento in settimana. D'altronde, nove rigori su dieci sono stati segnati quindi le scelte di entrambi i tecnici non sono poi stati peregrine. Adesso il tema è dimenticare di nuovo e in fretta, perché questa sconfitta rischia di rimanere sulle spalle molto di più del pareggio al 99' a Lecce, sia per il minutaggio portato a termine, sia per la partita giocata benissimo ma persa, sia per un sogno sfumato e un digiuno che proseguirà ancora da quel 1999 che oggi sembrava molto più vicino di un tempo. E se non è ancora giunta l'ora del Bologna significa che qualcosa è mancato e che il calcio non sempre premia quelli che hanno giocato meglio. Va accettato. Ma Motta lo sa che partite del genere possono rimanere appese come una scimmia sulla spalla e ora la missione numero uno è farla scendere subito. 'Stasera siamo tristi, ma dobbiamo rialzarci. Non ci fermeremo', le giuste parole del tecnico che conosce benissimo gli aspetti più negativi della mente umana di uno sportivo. In che condizioni si andrà a Cagliari non è dato sapere, tra l'altro senza Zirkzee e con tanti titolari con 120 minuti sulle gambe dato che le rotazioni corte hanno portato Motta a fare solo due cambi dimostrando di tenerci parecchio utilizzando solo i giocatori più di qualità.
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