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E poi c'è Thijs Dallinga. Che sulla prima semifinale di Coppa Italia dopo 26 anni ci sia il timbro della doppietta dell'olandese fa capire che sì, allora è tutto vero. E badate bene, il primo gol è di una tecnica pazzesca, un docile tocco di esterno che si spegne in buca d'angolo come i grandi del biliardo sanno fare. La palla che rotola giusta, con i giri contati per finire laddove si è pensato di metterla. Il secondo è invece il classico gol da centravanti d'area, quale lui è. Insomma, il timore per l'assenza di Castro è svanito in venti minuti, quando si è capito che il Bologna aveva approcciato con la testa giusta la partita con un atteggiamento che l'avrebbe portato a dominarla. Una occasione subito, due gol ravvicinati e poi il tris nella ripresa: fine dell'andata. Dallinga ci ha messo il punto esclamativo dopo che Orsolini aveva cominciato l'atto con il solito gol di sinistro e annesso toc hoc alla telecamera. E' un Bologna Olimpico che ora sogna per davvero una primavera di grande amore.

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