La palla, dunque, passa nella mani di Motta che dovrà plasmare sul campo la rivoluzione impartita sulla carta, con tanti senatori via, tre cessioni eccellenti ma anche tanti arrivi intriganti, di prospettiva e soprattutto di presente (Freuler e Saelemaekers). Il lavoro della società, su idea condivisa con il tecnico, ha portato alla costruzione di una rosa profonda e lunga, con doppia alternativa su ogni posizione di campo. Motta, che è un alchimista per quanto crede e lavora su alcune idee come Aebischer, ha dunque tanti ingredienti per plasmare il suo Bologna, stavolta per davvero a sua immagine e somiglianza. L'anno scorso ha modellato qualcosa costruito da altri, oggi invece c'è tutto il suo essere allenatore nell'allestimento di una squadra che è dichiaratamente da parte sinistra e che continuerà ad offrire pochi riferimenti, pochi ruoli chiari, ma tanti compiti e funzioni da sbrigare in campo. Ogni giocatore, da centrocampo in su, può interpretare due o tre ruoli e Motta avrà un materiale malleabile per costruire una struttura solida e che regga ad eventuali intemperie. E se tutto andrà per il verso giusto diventerà anche lecito sognare qualcosa di impensato.
lo spunto