lo spunto

Se Saputo non è plumone, il Bologna sa fare calcio?

Manuel Minguzzi

Oggettivamente, che lunedì sera il match con lo Spezia debba avere dei risvolti salvezza al settimo anno di Serie A è qualcosa di incredibile, per un semplice motivo: la struttura creata a Bologna tra campo e società non sta dando risultati proporzionati agli investimenti del presidente, il quale dovrebbe provare a dare una sferzata vera e definitiva verso qualcosa che sia diverso dal consolidamento della categoria. Sarebbe dovuto accadere dal 2019 in avanti, ma niente neanche stavolta. Non è normale e logico che Setti stia facendo meglio da qualche anno a questa parte, che Ferrero abbia fatto meglio in sei anni e che Commisso ci abbia scavalcato. Ultimamente noto che si parla molto di gratitudine, ma per che cosa esattamente? Non trovate sia un complimento scarno per Saputo il fatto che ci abbia dato solidità e risultati da parte destra al riparo da brutte sorprese? Se da 50 anni a questa parte a Bologna non si sono viste grandi cose, ma comunque tanta Serie A con presidenti senza un euro, non è poco, oggi, col proprietario più ricco della storia, continuare con i dodicesimi posti? La gratitudine non può essere solo ed esclusivamente rivolta ad un salvataggio di sette anni fa, perché nel frattempo il calcio va avanti e potenzialmente il Bologna potrebbe fare molto di più. E proprio perché Saputo non è un plumone dovremmo vedere ben altri piazzamenti...Un complimento non è paragonare i valori di qualcuno con i disastri di altri (privi di mezzi economici), bensì paragonare i valori sulla base degli stessi parametri di solidità. Se un proprietario è solido non potrà mai fallire come quello calcisticamente povero; e ci mancherebbe anche facesse peggio. Siccome Saputo spende e investe, la domanda è: il Bologna società sa fare calcio?